Colombo Egidio (Egicol) (1938)

Egidio Colombo, "Terre", s.d. Terre naturali su tela (cm. 52x95) / Piano 02 - Ufficio 20Nato a Orte (VT) nel 1938, Egidio Colombo inizia a dipingere nel 1964 e per alcuni anni espone in mostre collettive di interesse locale e nazionale.
Nel 1976, con altri sette artisti denominati in seguito "Pittori delle Terre", firma il manifesto "Nella Natura, con la Natura" e abbandona i colori a olio per esprimersi esclusivamente attraverso l'utilizzo di pigmenti e leganti naturali, estratti dai sedimenti del territorio ligure, in particolare dalle campagne attorno a Voltaggio (GE).
E' qui, presso la Sala d'Arte "Il Tobbio" che partecipa alla prima mostra di pittura sperimentale, assieme agli artisti Andrea Bagnasco, Egidio Colombo, Natale De Luca, Pier Luigi Gualco, Carlo Molinari, Oreste Piastra, Lorenzo Repetto, Roberto Verardo, accomunati dal desiderio di esprimersi esclusivamente attraverso l'utilizzo di pigmenti naturali, riprendendo le antiche tecniche rinascimentali, attualizzate dal dibattito di fine anni '60 sul minimalismo, la pop Art o la Land Art ma anche da un richiamo alle istanze della nascente ecologia e la protezione dell'ambiente.
Alla limitazione cromatica imposta dalla scelta dei materiali locali, Egidio Colombo sopperisce con il ricorso a colori pulsanti e compatti, pur se tenui, distribuiti su superfici luminose che ne riflettono la varietà dei toni. Il costante impegno nella ricerca  sui materiali si accorda alla sfida di un messaggio ambientalista che si fonda sulla memoria e la capacità di percepire la bellezza e l'unicità della natura.
Iscritto al Sindacato Nazionale Artisti di Genova, esordisce nelle mostre sindacali nel 1983, partecipando alla 1° Mostra Provinciale Unitaria d'Arte, presso la Loggia della Mercanzia di Genova ed esponendo in tutte le successive esposizioni.
L'opera donate dall'autore alla Quadreria CGIL di Genova, "Terre naturali su tela" rispecchia il passaggio del suo linguaggio pittorico dal figurativo informale, all'espressionismo astratto, sollecitando una riflessione sull'evanescenza e la fragilità del nostro esistere nel mondo.