Velletri

il centro urbano

superficie
35,75 ettari (1820)
popolazione
11.500 (1830); 12.395 (1851); 13.086 (1853); 13.474 (1871)
Roma, Istituto centrale per la grafica, Città di Velletri. INGSCL0000000018280
Roma, Istituto centrale per la grafica, Città di Velletri. INGSCL0000000018280

…. Agisce tuttora però l'Accademia Filarmonica, e vi è pure la banda civica, li Teatro è del Capitano Giuseppe Graziosi … (A. Palmieri, 1857)

Velletri, capoluogo di Provincia, snodo di commerci, ma anche di transito per le truppe, è una postazione chiave situata, com'è, tra le due bellissime strade che conducono a Roma e a Napoli e dal 1863 collegata alla Capitale anche dalla ferrovia. Dall’epoca dell’occupazione francese il territorio circostante è però infestato dai briganti che in alcuni momenti minacciano seriamente la vita della città.

Dopo la breve esperienza della Repubblica giacobina, il ceto nobiliare, impoverito e lontano dalle idee di modernità propugnate dai liberali, riprende il potere e tutti coloro che avevano appoggiato i francesi vengono emarginati dall’amministrazione. La svolta avviene negli anni Trenta dell’Ottocento sotto Gregorio XVI, quando Velletri diviene capoluogo di provincia e il nuovo rapporto con lo Stato centrale e l’estensione alla città della normativa generale avviano il rinnovamento della classe dirigente locale. Lo Stato centrale incoraggia, fra l’altro, la costituzione di associazioni filarmoniche e filodrammatiche allo scopo di guidare e controllare l’opinione pubblica in cui assume un peso sempre maggiore l’emergente ceto borghese, formato oltre che dai possidenti e da alcuni imprenditori, dal personale dell’amministrazione locale, da artigiani, da militari e da esponenti del mondo delle professioni. Con la Repubblica romana del 1849 si evidenzia l’esistenza di un nutrito gruppo di liberali e di patrioti, che nei decenni seguenti sono duramente perseguitati, ma risultano tutt’altro che isolati dal resto della popolazione che nel 1867 esprime un diffuso favore per l’unificazione, prefigurando con tre anni d’anticipo il risultato ampiamente positivo ottenuto dal re d’Italia nel plebiscito indetto nel 1870.

Gli ingressi della città sono “la così detta Barriera”, dalla parte di Roma, “… preceduta da una olmata assai bella …“, e la porta Napolitana, per chi proviene da Napoli. Al viaggiatore la città presenta strade sono “ben selciate” e cinque piazze maggiori ornate da “gaje fontane”. La via più elegante è via Metabo, aperta nel 1816, per collegare piazza S. Giacomo a via Borghese, costeggiata da bei palazzi, “… tra quali uno dei più maestosi è quello della Magistratura e del Cardinal Legato, con portici, opera di Giacomo della Porta, costrutto nel 1575 …”. Tra il 1820 e il 1835 viene costruito il nuovo Palazzo del Comune sull’omonima piazza in cui “… sono appartamenti sontuosi, una vasta e rara sala filarmonica, una ricca Biblioteca d'oltre 15.600 volumi, le pubbliche carceri, per le quali evvi una caritatevole Congregazione, ed il Monte di Pietà”. Un altro “… comodo e magnifico palagio è quello che serve al Vice-Legato, ove sono tutti i Tribunali, l'Uffizio di Polizia, il presidio della Guardia, ed altro”. In città ci sono ventiquattro chiese e due ospedali.

Il clima è dolce e temperato e bello è l'orizzonte che spazia tutt’intorno sui monti Albani, sui monti Lepini, sulle vaste campagne della Palude pontina fino al mar Tirreno, su ubertose colline e, infine, sul sovrastante “… monte Artemisio, alla cui apice si gode una magica veduta …”. 

"… Gli abitanti … sono in genere robusti, coloriti, allegri, amantissimi della patria, e pieni di coraggio: le donne sono avvenenti, e indossano un particolare vestiario assai polito e leggiadro chiamalo alla Velletrana”.

L’economia è prevalentemente agricola, ma non mancano gli artigiani di ogni genere, abbondano i negozianti di vino, grano, olio, bestiame, ferro, legno da costruzione e carbone. Tutti i sabati vi è mercato franco e vi si tengono due fiere, l’una a maggio e l’altra a novembre.

“Vi sono inoltre due Stamperie, molti Droghieri, la fabbrica Marchetti di cera, fabbriche di cappelli, due di sapone, (Giorgioni e Cecala), e fondachi di Mercanti di panni, Spacci in grande d'aceto e di acquavite, fabbrica di maccheroni ed altre paste (eredi Blasi), Filanda di Monchini, macchina a vapore (di Valson), la quale pone in moto le macine di 3 molini da grano. Vi esistono di più 9 molini da olio, 14 bocche di forni venali, 20 di forni casarecci, numerosi macelli, pizzicherie, calfè, trattorie polite, e locande, fra le quali è rinomata assai la Reale. Abbonda Velletri di fresco pesce di mare, e di lago, ed è insomma città di grande commercio”.

L'istruzione pubblica dei giovani è curata dal Collegio dei gesuiti.  Fino al 1847 è attiva l’Accademia letteraria volsca fondata nel 1765 dai letterati Erminio Borgia e Domenico Antonio Cardinali.

Sono presenti l'Accademia filarmonica, la banda civica e l'Accademia filodrammatica. Non vi è un Teatro comunale, ma gli spettacoli si svolgono nel  Teatro di proprietà del capitano Giuseppe Graziosi, fino al 1863 quando finalmente viene inaugurato il Teatro comunale.

bibliografia

G. Filippi e altri, Alcuni cenni statistico-economici della città di Velletri, Roma, Tipografia Menicanti, 1851. Leggi l'e-book.

Ministero del Commercio e Lavori Pubblici, Statistica della popolazione dello Stato Pontificio dell'anno 1853, Roma, dalla Tip. della Rev. Cam. Apostolica, 1857. Leggi l'e-book.

A. Palmieri, Topografia statistica dello Stato Pontificio, Roma, dalla Tipografia Forense, 1857. Leggi l'e-book.

G. Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni, specialmente intorno ai principali santi, beati..., Venezia, Tipografia Emiliana, 1858, vol. LXXXIX, pp. 34-319, spec. 213-319. Leggi l'e-book.

Dizionario corografico dell'Italia: opera illustrata da circa 1000 armi comunali colorate e da parecchie centinaia di incisioni intercalate nel testo rappresentanti i principali monumenti d'Italia, Milano, Vallardi, 1871-, vol. 8, pp. 998-1001. Leggi l'e-book.

L. Maggiore, L' ordine pubblico nello Stato Pontificio: Velletri dal 1814 al 1870, (Quaderni, Centro studi Antonio Mancinelli, 5), Tivoli, Tored, 2016.
·