Glossario

Da: L.G. Boccia (a cura di), 2 Dizionari Terminologici - Armi difensive dal Medioevo all’Età Moderna, Firenze 1982


AGHETTO
Stringa di cuoio o di seta munita di puntale metallico che fissava alcune pezze d’arme attraversandone le baghette o gli appositi fori guarniti di metallo.


ANIMA
Protezione del busto a lame articolate disposte trasversalmente a formare il petto e la schiena; erede degli antichi lamieri a fasce, e sovente ricoperta di tessuto. ‘Ad anima’ l’armatura e il corsaletto che la presentano. ‘Alla spagnola’ quella in cui la parte alta del busto prosegue a formare gola, senza soluzioni di continuità. ‘Mezza anima’ quella che ha la parte alta del petto e della schiena in una sola piastra.


ARMAMENTO DIFENSIVO
Il complesso delle difese di qualunque tipo che proteggono l’armato e di qualunque materiale (siano ferro, acciaio, maglia, corame, legno, osso, tessuto e così via). In particolare quello che precede l’avvento dell’armatura.


ARMATURA
Il complesso delle difese in piastra che protegge da capo a piedi, specializzato a seconda delle necessità di guerra, di servizio, di gioco guerresco o di mostra. Trovò soluzione in Italia Settentrionale a cavallo del 1400, raccogliendo le esperienze francesi e inglesi che già a partire dal secondo ventennio del Trecento avevano iniziato a risolvere i problemi dell’articolazione degli arti e la loro protezione completamente di piastra (superando l’armamento misto di cuoio e ferro proprio del resto d’Europa) e quelle tedesche che dalla metà del Secolo avevano imboccato la strada del superamento della corazzatura a placche o lamine del tronco, sperimentando per esso protezioni con doghe e, o con pezze. L’armatura, in tesa in questo senso, era già definita nello stesso primo lustro del XV secolo.


ARNESE
L’insieme del cosciale e del ginocchio.


BACINETTO
Armatura del cranio molto alta, ridotta al solo coppo, da indossare su una imbottitura e, o su un cappuccio in maglia di ferro. Poteva essere adoperato come protezione sussidiaria insieme all’elmo. In uso dalla fine del XII alla metà del XIV secolo.


BACINETTO A VISIERA
Armatura del capo sviluppata dal bacinetto attraverso la barbuta aggiungendovi una visiera sana. Questa poteva essere a ribalta, cioè incernierata al di sopra del margine frontale del coppo, oppure imperniata sulle bande, sovente mediante attacchi maschiettati. Il coppo era in genere rilevato, dapprima in forme ovoidi e poi appuntite, e queste con la punta (che è inizialmente a controcurva, e man mano si fa tesa) sempre più spinta all’indietro, finché la sua proiezione cade oltre la linea di girocollo. La visiera può essere rigonfia o spinta in fuori in un becco conoide talora olivato ma più sovente di forme assai tese; è di regola munita di fori e, o fessure di areazione, e le fessure oculari sono protette imbutiture. Poteva essere fermato alla schiena della corazza mediante coietti e fibbia, ed era sempre completato dal camaglio, che talvolta era coperto di pelle. Usato dalla gente a cavallo tra il secondo decennio del Trecento e i primi del Quattrocento.


BAGHETTA
Occhietto di ottone o ferro ribadito in fila con altri al coppo della barbuta o del bacinetto, o al guanciale dell’elelmetto da uomo d’arme; attraversava la corrispondente asola praticata nella lista di pelle sostenente il camaglio o il gorzarino, e vi passava poi il correggiolo di fissaggio.


BARBUTA
Armatura della testa determinata dall’unione del bacinetto con il camaglio; prese il nome dalla barbuta di maglia, quando si smise di indossarvi sopra e separatamente il bacinetto. Aveva un coppo d’apprima tondeggiante e aderente, poi ovoide e rialzato, e più tardi ancora appuntato, con tendenza a spostare all’indietro la punta. Nelle ultime forme era sovente costolato in mezzeria. Il coppo scendeva sul collo, dove talvolta era incavato per facilitare i movimenti all’indietro; il suo margine frontale poteva assumere una linea convessa, specie nei modelli più antichi, e quelli di contorno si incurvavano un po’ in avanti a coprire bene le guance. Dalle estremita del margine frontale scendeva obliquamente una serie di baghette che poi seguiva il contorno del girocollo, ed a esse era fissata, mediante asole attraversate da un aghetto, la lista di pelle dalla quale pendeva la “barba” di maglia che in questo tempo era di regola ad anelli. Fu il copricapo preferito dalla gente d’arme tra gli inizi e il sesto decennio del Trecento.


BATTICULO
Ampia protezione delle natiche strutturata in più lame, appesa alla sporgenza della schiena mediante chiodi da voltare o galletti, venuta in uso alla fine del Cinquecento. Prende nel secolo seguente proporzioni vistose, con estremità laterali spinte anche molto in avanti in modo da offrire anche in sella una buona difesa. Sovente ogni lama è divisa in due metà destra e sinistra, che però non si articolano tra loro, essendo solo ribadite l’una all’altra, ma in genere la prima lama è sempre intera. Usato dalla cavalleria pesante e dai soldati a cavallo armati di carabina.


BRIGANTINA
Giubbone corazzato internamente di lamelle, a protezione del tronco. Poteva aprirsi dinanzi, o sul fianco destro, o sulla schiena chiudendosi con affibbiature. Era sempre strutturata con lamelle e non con piastre o lame di maggiori dimensioni; esse si soprapponevano dall’alto in basso in file sagomate in modo da restringersi verso la vita e da contornare gli scavi ascellari con ‘lunette’ arcuate, ed erano stagnate contro l’ossidazione. Le teste dei ribattini formavano disegni sulla stoffa - in genere velluto - che ricopriva l’esterno. Talvolta si completò dinanzi con una ventresca separabile strutturata negli stessi modi. Ebbe gran fortuna per tutto il Quattrocento, ma ne furono portate anche nel secolo seguente.


CAMAGLIO
Balza in maglia di ferro, ad anelli o a scaglie, che pendeva da diversi tipi di elmi (cappello d’arme, bacinetto a visiera o barbuta), assicurata ad una lista di pelle con asole attraversate dalle baghette del copricapo a loro volta infilate da un aghetto Fu talora completata da uno stretto lembo (o da un vero e proprio nasale metallico) che si poteva fissare alla parte frontale del copricapo, in modo da lasciare scoperti solo gli occhi proteggendo il naso; quando non lo si usava, questo lembo (o il nasale) pendeva dinanzi al di sotto della bocca. Usata dal primo Trecento agli inizi del secolo seguente; intorno al 1340 la sua parte superiore, allungata, fu lasciata pendere a ricasco oltre la lista di assicurazione, proteggendola e doppiando le difese del collo e delle guance.


CAPPELLINA
Armatura del cranio molto aderente, in pratica un semplice coppo, talora con brevissima tesa.


CAPPELLO D’ARME
Armatura del cranio col coppo rilevato, costolato o crestato in mezzeria, e ampia tesa continua e spiovente. In uso fino a tutto il XV secolo.


CASACCA
Vestimento in due teli, anteriore e posteriore, e maniche assai corte- e anche senza - per lo più con insegne araldiche o croci cavalleresche. Scendeva dal collo alle anche, e si portava senza cintura. Una tarda versione ebbe quattro teli, con i due laterali più stretti lasciati ricadere liberi.


CHIODO DA VOLTARE
Fermezza con perno girevole nella sua lama, a testa sagomata in modo da formare anche un becchetto; questo passa nel corrispondente foro sagomato di una lama soprastante, e poi lo si gira portandolo sul solido, in modo da fissare tra loro le lame.


COIETTI DI FISSAGGIO
Strisce di cuoio ribadite all’interno di una serie di lame, in modo da tenerle riunite insieme assicurando loro un certo margine di mobilita reciproca.


COIETTI AFFIBBIATI
Il più comune mezzo di fissaggio tra due parti la cui unione vada regolata lasciandole un poco giocare. Ogni coietto è ribadito direttamente al proprio pezzo (o a una grappa ribadita ad esso); uno dei due può terminare col puntale, l’altro è sempre concluso dalla fibbia.


COPPO
Parte superiore delle armature della testa, e che in quelle del cranio costituisce di fatto il copricapo. In genere è tondeggiante, ma non di rado assume forme ovoide o ogivate; è quasi sempre costolato in mezzeria, e sovente crestato. Era per lo più battuto in un pezzo solo, ma in alcune aree - come quella francese - e, o a partire dallo scorcio del Cinquecento fu spesso fabbricato di due metà ribadite insieme. Vi si organizzano, in continuità e, o in contiguità, le altre parti che formano il copricapo cui appartiene.


CORAZZA
Corpetto, originariamente in corame (e di qui il nome), foderato da un sistema di placche ribadite tra loro e ad esso. Le placche (variamente dimensionate e conformate a seconda della parte che dovevano proteggere) garantivano fra loro un minimo di gioco e davano una certa flessibilità all’insieme, disponendosi in file sovrapposte parzialmente. Esse erano stagnate per difenderle contro il sudore, e le teste dei ribattini che le fissavano comparivano all’esterno sul tessuto di cui il corpetto era in genere rivestito, formando un disegno geometrico d’effetto. Se ne ebbero di vario tipo, a seconda del taglio del corpetto. Alcuni erano in un solo telo, con un foro per passarvi la testa e allacciati sulla schiena; altri furono invece aperti a destra, e ivi affibbiati sulla spalla e lungo il fianco, secondo la regola - sempre seguita - di proteggere meglio le parti di sinistra che erano più esposte. L’espressione ‘paio di corazze’ coglieva questi sdoppiamenti strutturali. In uso dalla metà del Duecento allo scadere del Trecento.


CORAZZINA
Protezione del tronco, e specie del busto, in larghe piastre sagomate miste a placche tra le quali spiccano le due metà formanti il petto e quella in mezzeria della schiena. Usata dall’ultimo terzo del Trecento a tutta la prima metà del Quattrocento specie in area mediterranea; era ricoperta di pelle, velluto o altra stoffa.


CORPO
L’insieme delle parti dell’armatura o del corsaletto che protegge il tronco. Può assumere descrittivamente vari aggiunti a seconda dell’uso, o del tipo di armamento difensivo che concorre a formare.


CORSALETTO
Il complesso delle difese in piastra che protegge dal capo alla vita o, al massimo, alle ginocchia, specializzato a seconda delle necessità di guerra, di servizio, di gioco guerresco o di mostra.


DOGA
Lunga e stretta piastra metallica disposta in verticale.


ELMETTO
Armatura della testa derivata dall’elmetto da uomo d’arme, ma quasi sempre con la coppia dei guanciali sostituita da una barbozza, privo di rotellina e col coppo crestato nella maggior parte delle varianti. La visiera è sempre presente, seppure in forme diverse, e può essere tanto sana (cioè intera) quanto mozza (divisa tra la vista che protegge parte della fronte e gli occhi, e la ventaglia che copre dal naso al mento); talora è doppia anche la vista, quando è strutturata in due piastre girevoli una sull’altra. Può terminare in basso, in funzione dell’uso, con un canale che può girare sul corrispondente cordone della gola, oppure con lame di gronda e di guardacollo (rispettivamente articolate al corpo e alla barbozza). Queste due forme fondamentali prendono, a loro volta, il nome di elmetto da incastro e di elemento da cavallo. Fu in uso dai primi anni del Cinquecento alla metà del secolo successivo, presentando una ricca serie di varianti di struttura e locali.


PAIO DI FALDE
L’insieme di lame disposte in fasce che nell’armatura quattrocentesca italiana scende sotto la vita a protezione del bacino delle cosce, tanto più lungo e con minor numero di lame quanto più antico. La falda anteriore e quella posteriore sono incernierate a sinistra e affibbiate a destra, e ciascun sistema di lame si articola mediante ribattini a scorrete e coietti di assicurazione. La falda anteriore regge i fiancali (e talora anche fiancaletti) mentre da quella posteriore pende la lama di batticulo. Dal paio di falde deriva il girello dell’armatura all’italiana da campo chiuso.


FALSO DELL’ARME
Lo spazio sovente lasciato scoperto da pezze d’arme contigue o corrispondenti; in genere si cercava di proteggerlo con quadrelletti e, o lembi in maglia di ferro ad anelli (in antico, anche a scaglie) e, o con la sovrapposizione di altre difese quasi sempre relativamente mobili (alette, rotelline, lamelle).


FARSETTO DA ARMARE
In pelle o fustagno, aderente, spesso ricoperto di stoffa, con lembi di maglia ad anelli cuciti nei punti lasciati scoperti dal falso dell’arme, e con paia di aghetti preparati per allacciarvi spalletti, spallacci, bracciali, ed eventualmente gli arnesi.


FIANCALI
Paio di piastre variamente sagomate e lavorate, per lo più simmetriche, affibbiate alla falda anteriore o alle lame di falda, a protezione del falso dell’arme tra quelle e la parte alta delle cosce. Conparvero intorno al 1430 e si usarono fino agli inizi del Cinquecento, per poi far posto alle scarselle. Nelle armature da torneo a cavallo o da campo aperto si usò sovente un fiancale sinistro (quando non se ne mise un paio asimmetrico, col maggiore a sinistra) pur mantenendo in qualche caso la scarsella sottostante. Mutarono di forma, ampiezza e struttura nel corso del tempo, adattandosi sia al diverso uso che alle mode dell’abito civile.


GlACO
Giubba di canovaccio o tessuto rinforzato, armata di maglia in vario modo; prima versione della brigantina, coesistente con essa fin entro il Cinquecento.


GIRELLO
Erede dell’antico paio di falde e come esso strutturato, ma lungo fin quasi al ginocchio, talvolta modellato in modo da imitare certe fogge del costume civile: Alcuni esemplari sono scavati dinanzi e dietro per consentire di usarli anche a cavallo (ma solo per qualche tragitto, e non nello scontro, che è sempre a piedi). Un’apposita piastra agganciabile chiude il rispettivo scavo ricomponendo il girello. Si chiamò ‘girello’ anche quello di tessuto usato sovente negli apparati da mostra e nelle barriere.


GUARDIARENE
Lo stesso che batticulo.


LAMA
Lista metallica stretta e lunga, variamente lavorata per lo più sottile.


LAMA CUSPIDATA
Con il margine visibile che forma più concavità, determinando punte arcuate.


LAMA FESTONATA
Con il margine visibile che forma una serie di convessità.


LAMA SMERLATA
Con il margine visibile che forma una serie di minute convessità, determinando piccoli festoni ricurvi.


LAMA CON SMERLATURE A GRAFFA
Con tratti del margine visibile sagomati a controcurve adiacenti, chiuse per lo più fra piccoli rintacchi a V.


LAMA CON RINTACCHI A SCAGLIONE
Con il margine visibile che, in alcuni punti o in mezzeria, presenta interruzioni a V rovescio.


LAMELLA
Breve e sottile listello metallico, variamente sagomato.


LAMIERE
Variante della corazza, con la protezione interna costituita da lame anziché da placche. I lamieri furono in genere strutturati con doghe disposte su più file, ma sovente ebbero al sommo del petto due o più piastre sagomate che lo difendevano meglio. Si ebbero anche varianti con lame disposte in fascia come nelle ben più tarde ‘anime’, con tendenza ad averle sempre più alte e in numero sempre più ridotto. Furono i lamieri del primo tipo a liberarsi infine del corame e, o della stoffa che li ricopriva; ciò avvenne poco dopo la metà del Trecento, in Italia, dando avvio all’affermazione dell’armatura intera a piastre.


LISTA
Tratto lungo e stretto della o sulla superficie metallica, disposto in qualsivoglia direzione. Il nome è per lo più usato per quelle verticali o quasi, dato che per le altre posizioni vi sono nomi specifici, e il termine ‘addogato’ in genere non si usa nel contesto descrittivo della decorazione.


MAGLIA
Dapprima piccola brattea, squama o tondello di acciaio. Le maglie si cucivano o ribadivano a una veste di pelle o di tessuto rinforzato, in modo da sovrapporsi in parte tra loro, fino a corazzarla interamente. Le maglie ribadite si distinguevano tra ‘chiodate in mezzo’ (in genere quelle tonde) e ‘chiodate in alto’ (in genere quelle a scaglie) secondo la posizione di fissaggio. Più tardi il nome designa l’anello in ferro che si può cucire a una veste, ma che molto più spesso si intreccia ad altri formando un traliccio, come un tessuto metallico.


MAGLIA A GRANO D’ORZO
Detto di quella ad anelli dove una piccolissima ribaditura che blocca tra loro le estremità dell’anello, chiudendolo, sporge sul loro appiattimento come un piccolo grano. Di rado, si alternano anelli saldati ad anelli ribaditi.


PANZIERA
La piastra che nell’armatura quattrocentesca italiana protegge la parte inferiore del petto sopra la linea di vita. E cuspidata al centro e sovente anche dalle bande del margine superiore e sovrammonta per circa quattro dita il suo mezzo petto, al cui coietto si appende mediante la fibbia che reca al sommo. Si articola al proprio guardarene mediante cerniera a sinistra e vi si fissa a destra con fibbia e coletto. In linea di larga massima, si può dire che la sua sommità si vada innalzando con lo scorrere del tempo; dagli anni Settanta del secolo essa si allarga fino a che, intorno al Novanta, viene a costituire un vero e proprio sovrappetto, in tal caso incavandosi al margine superiore destro per fare posto alla resta.


PETTO
La protezione della parte omonima del busto, variamente strutturata e conformata nel tempo sia per motivi pratici quanto per seguire la moda e il taglio dell’abito civile. Da non confondere con la pezza, e tanto meno col pettorale. Vi si distinguono lo ‘scollo’ i ‘giri ascellari’ (talora su ‘guardascella’ articolati) e la ‘sporgenza’ sotto la linea di vita, È presente nell’armamento intero di piastra sino dagli inizi del Quattrocento. A partire dall’ultimo ventennio del Quattrocento può mostrare in mezzeria una ‘costola’ che assume nel tempo un profilo diverso, più o meno ricurvo, sino all’estremo esempio del petto ‘a tappo’ caratterizzato da un profilo esageratamente e bruscamente sporgente, tipico di certi corsaletti tedeschi degli anni tra il Quaranta e il Sessanta del Cinquecento. Il petto può essere ‘arrotondato’ modicamente, complessivamente ‘ovato’ (come nell’armatura italiana del Quattrocento) o ‘bombato’ come nelle armature e corsaletti alla tedesca del primo Cinquecento. Il petto ‘a imbusto’, forte mente stretto e calato a punta in vita, è di moda negli anni tra la metà circa degli anni Settanta e quella degli Ottanta del XVI secolo.


PEZZA
Larga difesa applicata o allacciata sopra la corazza o il lamiere a doppiarne la protezione. Versione meno ampia del vero e proprio petto che comparve in Europa negli anni Sessanta del Trecento. Ebbe talvolta anche lame laterali aggiuntive, confondendosi così con l’ultima variante del lamiere.


PIASTRA
Largo pezzo metallico, di vario spessore, variamente lavorato.


PLACCA
Pezzo metallico di forma quadrangolare, regolare o no, di vario spessore e dimensione.


RESTA
Apparecchietto a sostegno della lancia, fissato in vario modo sulla destra della parte alta del petto e rialzabile a cerniera. Poteva essere avvitato, oppure trattenuto da un ‘paletto’ nei corrispondenti ‘ponticelli’. Nel gioco guerresco la resta era ‘rigida’, quasi una mensola ribadita. ‘All’italiana’ quella col braccio diritto o poco arcuato; ‘alla tedesca’ quella nettamente concava.


RIBATTINO
Chiodo che fissa tra loro due o più lame, con testa sopra quella più esterna e ribaditura (ottenuta martellandone il termine del suo stelo) sotto quella più interna.


SCARSELLE
Paio di protezioni a lame articolate da coietti, con o senza ribattini a scorrere, affibbiate alle lame di falda dell’armatura o del corsaletto, tra il primo Cinquecento e il 1680 circa, a difesa del falso dell’arme tra esse e la parte alta delle cosce. Mutarono forma, ampiezza e struttura col tempo, per rispondere a diversi usi o seguire le mode dell’abito civile.


SCHIENA
La protezione della parte omonima del busto, più o meno modellata e col fil di schiena più o meno pronunciato a seconda dei tempi e delle mode. Vi si distinguono lo ‘scollo’, i ‘giri ascellari’ e la ‘sporgenza’ (con o senza scavo’ in mezzeria) che variano di andamento con gli anni, ma non secondo processi lineari. Anche il profilo dei margini laterali muta col tempo ma - salvo che negli anni tra il Dieci e il Trenta del Cinquecento, allorché sporge arrotondandosi molto in avanti - mantiene un andamento tra il rettilineo e il convesso. E’ presente nell’armamento intero di piastra a partire dagli inizi del Quattrocento.


SCHINIERA SANA
La protezione della gamba dal ginocchio al collo del piede e al calcagno. Formata da due piastre incernierate tra loro lungo i margini calanti sulla banda esterna dell’arto, e fissata a quelli della banda interna mediante perni a scatto, sovente con scelta di fori per meglio adattarla, La piastra posteriore si prolunga fino al calcagno, dove si trova un rintacco che consente l’uscita del collo dello sprone, o dove se ne può direttamente avvitare o applicare uno apposito. Vi è articolata in basso la scarpa. Propria dell’armatura da uomo d’arme e di quella da cavallo. Talora articolata al di sotto dello stinco da lame flessorie.


SCUDICINI DA SPALLACCIO
Piccoli scudetti o protezioni palmate, pendenti davanti all’ascella, usati oltralpe per migliorare la difesa delle protezioni di spalla prive di ala anteriore.


SPALLACCI
Paio di protezioni, dapprima in cuoio cotto e poi in metallo, posti sulle spalle a loro difesa. Ve ne furono di un solo pezzo imbutito e sagomato (in uso specie nella Germania Meridionale tra gli anni Quaranta e Settanta del Quattrocento, molto spesso accompagnati da scudicini guardascella) e a lame articolate, a partire dai primi del XV secolo. Struttura e forme variano molto nel tempo, e se ne ebbero vari tipi a seconda dell’uso dell’armatura o corsaletto che completavano. Vi si distinguono una ‘ala’ anteriore e una posteriore, ma mentre questa è quasi sempre consimile a destra e a sinistra, l’anteriore destra può essere in molti casi incavata per dare luogo al passaggio della lancia. Le ali anteriori sinistre assunsero forme diverse, da quelle ampie e squadrate del Quattrocento italiano, a quelle calanti usate intorno alla metà del Cinque cento, a quelle arrotondate successive; anche le ali posteriori seguirono analoghi andamenti, ma esse ebbero molto spesso maggiori dimensioni. I primi spallacci ebbero ‘arresti’ ribaditi lungo il margine superiore di una delle prime lame superiori, per bloccare la punta di una lama avversaria impedendole di penetrare nel falso dell’arme tra elmetto e busto (quando ancora non si usava la goletta); più tardi (circa negli anni Ottanta del Quattrocento) gli arresti furono sostituiti da nervature parallele al margine della lama designata, con lo stesso scopo. Gli spallacci ‘all’italiana’ quattrocenteschi, ebbero per lo più struttura asimmetrica, con un minor numero di lame a sinistra, sino a un minimo di tre di cui l’ultima molto alta disposta su tutte. Verso la metà del secolo le loro ali posteriori terminavano in punte squadrate, che poco dopo si stondarono. Intorno all’ottanta esse assunsero una forma a triangolo acuto, con le estremità fortemente appuntate che si sovrapponevano raggiungendo l’altra scapola. Allo scadere del secolo si ebbero forme compatte dal profilo convesso, che - pur con molte varianti - restarono in uso fino alla fine.


SPALLETTO
Tipo di spallaccio senza ali - né anteriore né posteriore - e che quindi protegge solo la parte esterna e alta del braccio fino a poco sopra il gomito. Se ne ha un tipo ‘stretto’ del tutto privo di ali, e uno ‘largo’ che presenta un accenno d’ala, o comunque un all’argamento al colmo della spalla. Si può usare in paio o, in certi giochi guerreschi, solo a destra. Può avere o meno la rotellina da spallaccio di completamento (mai nel caso del gioco guerresco).


SPRONI
Arnesi di metallo per incitare o correggere il cavallo. Se ne ebbero di molte forme che variarono nel tempo e secondo il diverso impiego che se ne doveva fare (ad esempio in guerra, nel gioco guerresco e nell’uso quotidiano) e anche per preferenze locali. I tipi più antichi furono anche in legno od osso, ma si ebbero sproni di ferro già nell’antichità. Nello sprone antico si distinguono: le ‘branche’; la ‘arcata’; il ‘collo’; il ‘brocco’. Dagli anni venti del Trecento si usò invece del brocco una ‘spronella’ girevole nella forcella terminale del collo.


VENTRESCA
Protezione del ventre e dell’inguine, quasi sempre a lame, calata per lo più a punta. Anche di maglia, piena o ad anelli.