Donne e guerra

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Lavorazione bossoli per cartucce, in “Le Donne d’Italia nelle industrie di guerra”  a cura del Comitato per la Mobilitazione Civile, 1915-1918
Lavorazione bossoli per cartucce, in “Le Donne d’Italia nelle industrie di guerra” a cura del Comitato per la Mobilitazione Civile, 1915-1918

Durante la Prima Guerra Mondiale si assiste ad un radicale mutamento, anche se già avviato nell’Ottocento, delle funzioni e dell’immagine femminile. Madri, mogli e figlie lavoreranno nelle fabbriche di armi, si occuperanno dei feriti e dei prigionieri di guerra, realizzeranno artigianalmente specifici abiti per i soldati in trincea (guanti, corpetti di lana, calze, ecc.), scenderanno in campo anche attraverso la scrittura epistolare che diventa forma per sollevare la dura vita in trincea e allora ecco che tante giovanette allieve di istituti di formazione scrivono centinaia di cartoline in franchigia rivolte a sconosciuti soldati sul fronte. Tutte queste attività mutano indelebilmente l’immagine femminile che diviene improvvisamente “moderna” avendo anch’essa subito il trauma dell’esperienza bellica.    

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