Intervento in guerra

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 Con il “R. D. del 22 aprile 1915 (Circolare riservata N. 370 del Ministero della Guerra)” tra 4500 e 5000 cittadini viadanesi furono chiamati alle armi e, inseriti in molti corpi e ruoli, parteciparono attivamente alla guerra. Ad un elevato numero di arruolati ha corrisposto un elevato numero di morti: sono ad oggi 486 i Caduti in combattimento, dispersi, deceduti per ferite, malattie o in prigionia; oltre 60 di essi giacciono in tombe o in fosse comuni nei cimiteri degli ex campi di detenzione sparsi per l'Europa, nei Balcani o in nord Africa. Con i 15-20 casi ancor oggi non documentabili con certezza si oltrepassa quindi il numero di 500 Caduti su una popolazione complessiva di 16-17000 abitanti secondo i censimenti del 1911 e 1921.

La visita a questa prima mostra permette di leggere rari documenti dell’epoca provenienti in gran parte dall'Archivio Storico Comunale ma anche cimeli famigliari recuperati all’oblio e alla ormai quasi certa distruzione; essa consente di calarsi nel clima del contesto nazionale ed europeo mediante i discorsi parlamentari e i proclami, ma soprattutto nelle “storie” dei soldati che con i loro scritti indirizzati agli affetti più cari, in modo spesso sgrammaticato raccontavano - e ci raccontano - la vita al fronte. Nel computo generale nazionale, è stato stimato in non meno di 4 miliardi il numero delle lettere e delle cartoline in franchigia che viaggiarono da e per le “zone di guerra”; in un paese ad elevato tasso di analfabetismo, questo dato sta a dimostrare il forte bisogno di mantenere saldi legami con le famiglie e quanto bisogno di affetto e quanta nostalgia ci fosse in chi era costretto a vivere la giovane età in un contesto di violenza e sangue.

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Nel 1915 la casa editrice Fratelli Treves di Milano iniziò la pubblicazione dei Quaderni della Guerra. All’interno di questa collana si inserì, a partire dal mese di giugno, il “Diario della Guerra d’Italia” in cui venivano raccolti i bollettini ufficiali del generale Luigi Cadorna, comandante in capo del Regio Esercito e dell’ammiraglio Paolo Thaon di Revel, capo di Stato Maggiore della Regia Marina da Guerra; i bollettini riportavano quasi quotidianamente i fatti salienti del nostro fronte e dei fronti europei. Il Diario venne pubblicato fino al 1919; la serie dei Quaderni superò i cento numeri.

Il "Diario della Guerra d'Italia" è la fonte da cui abbiamo tratto alcuni dei testi che compongono le pagine di questa sezione.

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