S. Francesco

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Ubicazione

Piazza Cavalli.

Stato attuale

Aperta al culto.

Qualificazione

Conventuale - Parrocchiale

Notizie storiche

1278. Costruzione.
Fu edificata per volontà del nobile Umbertino Landi e destinata a i frati minori francescani provenienti dal convento di S. Chiara dello stradone Farnese.

1356. Consacrazione.

Fine XVIII sec. La chiesa fu chiusa e trasformata in ospedale e magazzino.

1806. Riapertura della chiesa con intitolazione a S. Napoleone.

1810. I frati lasciarono definitivamente la basilica.

1818. Erezione a parrocchia con aggregazione delle vicine SS. Giacomo e Filippo, SS. Faustino e Giovita, S. Dalmazio, S. Ilario, S. Apollonia, S. Protaso e S. Gervaso.

XIX sec. A più riprese vennero demolite diverse parti del complesso conventuale che si articolava attorno a tre chiostri ed occupava tutta l’area dalla chiesa alla via Sopramuro.

XX sec., prima metà. Restauri diretti da Camillo Guidotti e da Giovanni Gazzola riguardanti soprattutto la facciata e la demolizione delle cappelle cinque-seicentesche.

Impianto strutturale e caratteri stilistici

Impianto planimetrico a tre navate con deambulatorio e cappelle radiali. Pilastri cilindrici, archi ogivali e costolonature in cotto rosso.
Facciata a capanna in cotto con contrafforti centrali, rosone, due oculi, e guglie. Archi rampanti nei prospetti laterali e nella parte absidale. Torre campanaria quadrata a trifore.
Stile francescano gotico lombardo.

Principali elementi decorativi ed opere d’arte

Affreschi della Cappella dell’Immacolata di Giovanni Battista Trotti detto il Malosso (XVI sec.).

Portale a strombo ricomposto dal Guidotti recante nella lunetta il S. Francesco stimmatizzato di Guiniforte Solari e del figlio Pierantonio (1482).

Approfondimenti e
curiosità

La costruzione della chiesa, nell’area precedentemente occupata da abitazioni e donata ai frati minori francescani dal nobile Ubertino Landi, accanito sostenitore della fazione ghibellina, fu fortemente osteggiata dalle numerose parrocchie circostanti (S. Faustino, S. Michele, S. Apollonia, S. Gervaso, S. Protaso, ecc.).

La chiesa di S. Francesco ha sempre avuto una “vocazione” civica, come testimoniano, ad esempio, la cappella dedicata ai caduti per la patria, la sepoltura al suo interno di Giuseppe Manfredi, personaggio di spicco del Risorgimento piacentino.

Il 10 maggio 1848 ospitò le celebrazioni per l’annessione della città al Regno di Sardegna, per cui a Piacenza fu attribuito dal re Carlo Alberto il nome di “Primogenita d’Italia”, come ricorda la lapide sul lato sinistro.

Durante il periodo delle soppressioni napoleoniche la chiesa, eccettuata una breve partentesi durante la quale fu magazzino e ospedale, rimase aperta in virtù della dedica a S. Napoleone.

RESTAURO

Bibliografia

Ersilio Fausto Fiorentini, Le Chiese di Piacenza, Piacenza, Editrice T.E.P. Gallarati, 1976, pp. 45-49.

Armando Siboni, Domenico Ponzini, Le antiche chiese monasteri e ospedali della città di Piacenza (aperte, chiuse, scomparse), Piacenza, Banca di Piacenza, 1986, pp. 48-49.

Emilia Romagna, Milano, Touring club italiano, 1991, pp. 592-593.

Risorse esterne

Pagina con virtual tour dell'interno e della Cappella dell'Immacolata.