...e società

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A. Rondani, Nel centenario di Garibaldi
Parma (1907)
     

Una delle categorie approfondite maggiormente dalla rivista è la società nelle sue varie sfumature: la storia (in particolar modo quella italiana), l'attualità, la libertà di stampa e il diritto d'autore.

In riferimento alla storia d'Italia, L’Eco dei Giovani dà grande importanza soprattutto alla sua fase risorgimentale - poiché venne pubblicato circa un decennio dopo l’Unificazione d’Italia - e all'avvincente genere letterario del romanzo storico, grazie al quale si poteva esprimere meglio il forte spirito, appunto, risorgimentale e il grande impegno per la patria. Ciò è ben visibile sia nei modi con i quali i vari collaboratori della rivista hanno scritto i propri articoli sia nel pubblicizzare opere su tali tematiche. Un chiaro esempio è la biblio-cartolina Nel centenario di Garibaldi di Alberto Rondani, un breve scritto in sonetti celebrativi dell’impresa sostenuta da questo famoso personaggio. È importante ricordare, per l'epoca, anche la collana La Scienza del Popolo pubblicata tra il 1867 e il 1876. Dopo l'Unità d'Italia, la legge Casati aveva avviato un processo di scolarizzazione, portando ad un aumento della frequenza delle scuole ed un espansione editoriale per istruire il popolo. Questa collana, stampata prima da Civelli a Firenze ed in un secondo momento a Milano da Emilio Treves, promuoveva l'amore per la scienza, ma non solo; infatti, anche se la maggior parte della divulgazione era tecnico-scientifica e d'igiene, risultavano presenti anche temi antropologici, la delicata questione tra religione e scienza, ma anche la presenza di scritti più patriottici, tra i quali c'era La patria e la festa nazionale di Luigi Palma. Questa lettura si tenne presso l’Istituto tecnico di Bergamo il 2 giugno 1872, giorno della Festa della Repubblica, durante la distribuzione dei premi agli operai delle scuole istituite dalla Società Industriale Bergamasca. 

Passando ai romanzi storici, un’impronta significativa per l’Ottocento venne data sicuramente dalle opere dell’avvocato e scrittore sardo Carlo Brundo. Attraverso i suoi scritti - ad esempio Raccolta di tradizioni sarde, La rotta di Macomer. Racconto storico del secolo XV e Il picco Balistreri. Racconto storico del secolo XVII - ha saputo raccontare fatti di cultura e cronaca realmente accaduti in Sardegna con uno stile misto tra Storicismo e Realismo, tipici della seconda metà dell’Ottocento, e aggiungendo quella vena manzoniana che porta ad una descrizione dettagliata del paesaggio e che contribuisce a rendere più avvincenti i suoi racconti.

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A. Bruni, Annuario delle biblioteche
popolari nel 1870 e 1871, Firenze (1872)
Altro tema significativo del periodico è quello dell'attualità. Trattato in realtà in tutta la rivista attraverso cultura, scienza, economia e storia, un'altra disciplina assume un posto di rilievo in questo settore: l'istruzione. In alcuni articoli anonimi pubblicati nel periodico col titolo Cronaca dell’istruzione [5 articoli scritti tra il 1873 e il 1874] si nota, infatti, un'attenzione particolare verso l'insegnamento dell'epoca nelle scuole, e verso tutto ciò che è legato ad esso come le biblioteche e i musei, prediligendo il racconto di «fatti anziché di riflessioni e di commenti».

Questi studi si possono trovare difatti anche nel fondo Morelli, a dimostrazione del considerevole interesse di Alberto Morelli verso tale materia. Per lo più le opere del fondo sono ricerche e statistiche sulla situazione italiana dell'epoca messa a confronto con le istituzioni di Paesi europei ed extra-europei. Esempi sono i volumi di Antonio Bruni – uno tra i più importanti è l’Annuario delle biblioteche popolari nel 1870 e 1871, con un cenno sulle biblioteche circolanti di Berlino – e Le biblioteche circolanti di Luigi Morandi

Al Morelli stava a cuore, infine, un tema che ancora oggi ha grande importanza, e notevole rilevanza, nel mondo della produzione letteraria ed artistica: la libertà di stampa e il diritto d'autore. La conoscenza di leggi e di studi su tali tematiche per Alberto Morelli era data, probabilmente, da un'esigenza pratica, visto che come direttore di una rivista doveva tenere conto dei diritti e dei doveri di editori ed autori. Nel fondo si trovano, dunque, opere su questo settore quali:

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G. B. Bozzo Bagnera, Sulla perpetua
proprietà letteraria, Milano (1871)

 

 

Sulla perpetua proprietà letteraria ed artistica, studio di Giovanni Battista Bozzo Bagnera, Milano 1871

Già dal titolo si evince l’argomento della trattazione, ossia il diritto d'autore e la tutela delle opere creative dell'ingegno. Questo è uno studio sulla realtà italiana nell'Ottocento, di come cioè veniva considerata tale proprietà e quali leggi la reggevano, con un breve excursus su come tutto ciò veniva gestito nel passato.

Sulla libertà di stampa, pensieri di Giovanni Gavazzi-Spech, Milano 1881

L’opera venne premiata con medaglia d’oro ad un concorso letterario ed è uno studio-riflessione, appunto, sulla libertà di stampa in Europa nel corso dei secoli, con particolare riferimento ai diritti, ai limiti e alle censure che investivano editorie e giornali.

La legge sulla stampa e i delitti di diffamazione e d’ingiuria per l’avv. prof. Tuozzi Pasquale, Napoli 1895

In quest’opera si trovano in maniera più tecnica e giuridica gli stessi argomenti dei libri sopra citati: la storia legislativa della stampa in Italia e all'estero; critiche e proposte a tali leggi; le norme del codice penale in merito a delitti e ingiurie che possono danneggiare il pubblico interesse.