37 - Le metamorfosi di Ovidio

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71.b.176-Di Hippomene e Athalanta71.b.176-Di Polissena imolata ad Achille

L’Ovidio delle Metamorfosi fu una delle letture rinascimentali più diffuse, grazie al potere evocativo delle storie aneddotiche ed esemplari, e perché costituiva una fonte inesauribile per generare immagini. Le edizioni a stampa si moltiplicarono, a cominciare da quella latina uscita sin dagli inizi dell’arte tipografica in Italia, nel 1471 a Bologna presso Baldassarre Azzoguidi e nello stesso anno a Roma da Sweinheim e Pannartz. Il volgarizzamento del testo a opera del trecentesco Giovanni Bonsignori da Città di Castello fu corredato da una serie esemplare di cinquantadue scene figurate per l’edizione veneziana del 1497, stampata da Giovanni Rosso vercellese per Lucantonio Giunta. Quella celeberrima edizione fu ripresa più volte, dallo stesso Lucantonio nel 1501 e 1508, ancora a Venezia nel 1517 e 1523 da Giorgio de’ Rusconi, e almeno due volte a Milano alla fine degli anni venti. Il testo vi era alquanto abbreviato, e reso allegorico, sulla scorta della versione latina che ne aveva data Giovanni del Virgilio. Quanto al disegno per le xilografie, si trattava del lavoro accurato dello stesso artista o bottega che aveva prodotto la serie coeva delle immagini che illustrano l’Hypnerotomachia Poliphili, uno dei libri più noti dell’editoria veneziana, uscito dalla stamperia di Aldo Manuzio. Si trattava dello stile dominante negli anni novanta del secolo nella città lagunare, quello generalmente identificato con il nome di Benedetto Bordon. Quella ricca iconografia, realizzata seguendo il testo volgare e raffigurante tempi diversi della medesima narrazione nelle singole scene, restò alla base delle reincisioni, anche nell’illustrazione per le edizioni delle Metamorfosi versificate dal coevo letterato veneziano Nicolò degli Agostini. Quest’opera uscì nel 1522 a Venezia per Giacomo da Lecco ad instantia di Niccolò Zoppino e Vincenzo di Paolo col titolo di Tutti gli libri de Ovidio Metamorphoseos tradutti dal litteral in verso vulgar, arricchita con 72 xilografie. Anche questa versione fu più volte ristampata nella stessa Venezia, la città dove stava fiorendo l’arte della stampa figurata più raffinata, al centro del commercio librario e della fama internazionale. Ormai, oltre al testo, risultavano evocative soprattutto le immagini xilografate, che infatti si trovano replicate nelle maioliche, reinterpretate in dipinti, ricordate in nuove scene: sono le immagini dei miti, delle storie che hanno generato le trasformazioni delle divinità e dei semidei e hanno dato vita alle vicende dell’umanità. Le diverse serie delle xilografie rappresentavano ormai un repertorio prontamente disponibile.

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71.b.176-De la creatione del primo huomo
71.b.176-Libro Sesto di Ovidio, doue dice di Aragne e Pallas71.b.176-De la creatione del primo huomo