In una corte del Rinascimento

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di Maria Cristina Di Martino

La mostra bibliografica e documentaria La galleria del diletto: alla corte del duca di Urbino costituisce uno dei segmenti più significativi nella mappa delle attività realizzate dalla Biblioteca Alessandrina nell’ambito del progetto integrato, La libraria di Francesco Maria II della Rovere  a partire dalla metà del 2011, grazie al finanziamento nelle quote dell’otto per mille 2010.

Il progetto era stato concepito ancora prima, sulla spinta delle iniziative realizzate per celebrare il quarto centenario della fondazione della Biblioteca Civica di Urbania/Casteldurante. Già nel 2007, infatti, la mostra e il catalogo Nelle stanze del duca. La libraria di Francesco Maria II della Rovere, realizzati dalla Biblioteca Comunale di Urbania in collaborazione con la Biblioteca Alessandrina, avevano promosso un progetto di ricostruzione e di valorizzazione della  libraria nuova dell’ultimo duca di Urbino. Il progetto integrato La Libraria di Francesco Maria II della Rovere ha inteso perseguire il duplice obiettivo della tutela e valorizzazione della preziosissima raccolta, muovendosi   su piani diversi, complementari e sovrapponibili, e  ha realizzato un ventaglio di attività – revisione catalografica, catalogo a stampa, restauro, digitalizzazione – finalizzate tutte al recupero dell’integrità bibliografica e documentaria del fondo e della sua identità.

La Libraria nuova di Francesco Maria II della Rovere, trasferita a Roma, per volontà di papa Alessandro VII dopo la morte del duca e l’annessione del ducato di Urbino allo Stato Pontificio, è il fondo costitutivo della Biblioteca Alessandrina e rappresenta il comune riferimento storico, culturale e bibliografico di due istituti, la Biblioteca Comunale di Urbania e l’Alessandrina, che, attraverso questo progetto, hanno puntato anche alla riscoperta di legami e scambi tra il  Ducato di Urbino e la Capitale dello Stato Pontificio nel corso di uno dei più significativi periodi della nostra storia nazionale.

La Biblioteca di Francesco Maria II della Rovere era una delle raccolte più illustri e ricche del Rinascimento; era una biblioteca costituita prevalentemente da libri a stampa, la cui caratteristica  più interessante era la stretta interdipendenza tra struttura semantica e organizzazione logistica, tra architettura dei generi e dei soggetti e disposizione fisica dei volumi nella splendida scaffalatura dell’epoca. E’un nesso strettissimo che, nell’ambito di questo progetto, è stato possibile mettere a fuoco grazie alla trascrizione del più antico catalogo della biblioteca, il Manoscritto alessandrino 50, redatto prima del suo trasferimento a Roma  presso la nascente Biblioteca dello studium urbis, l’Alessandrina appunto.

Delle 70 sezioni, o scansie, che fedelmente rispecchiano l’organizzazione della biblioteca voluta dal duca, la mostra  La galleria del diletto: alla corte del duca di Urbino propone una ricca selezione di volumi appartenenti alla sezione Artes variae.

Nell’architettura fisico-semantica della Libraria le Artes variae, che occupavano la scansia 50, documentano gli interessi extrascientifici del duca, dal collezionismo alle tecniche, ai giochi, agli svaghi, dalle arti figurative alle arti minori e alle curiosità tecnologiche. Le opere in mostra e nel  catalogo, una selezione della varietà documentaria della sezione, costituiscono altrettante chiavi di lettura dell’affascinante personalità del duca, delle sue curiosità di studioso e delle sue passioni di aristocratico e altrettante chiavi di accesso ai riti di una corte, raffinatissima, del Rinascimento.

Lo sottolinea Fiammetta Sabba, curatrice del catalogo della sezione, che fa parte della collana editoriale La biblioteca di Francesco Maria II della Rovere, in corso di pubblicazione.

Ideatore del progetto scientifico della Collana, curata da Fiammetta Sabba, è  Alfredo Serrai, professore emerito della Sapienza,, d’intesa con Feliciano Paoli, direttore della Biblioteca comunale di Urbania e con Mauro Mei, funzionario per le biblioteche delle Marche, Regione Marche, che si ringraziano.

La sezione Artes variae, di cui i volumi in mostra e in catalogo presentano  i diversi nuclei tematici, è preziosa testimonianza della poliedrica personalità del duca e, allo stesso tempo, offre uno spaccato della vita quotidiana alla corte di Urbino: riti e miti di una corte del Rinascimento, attraverso i documenti proposti, scandiscono i tempi e i modi del viver quotidiano nella duplice spazialità dell’aria aperta o degli interni del palazzo. 

L’intera sezione Artes variae è stata oggetto d’interventi di restauro, di manutenzione conservativa,  di digitalizzazione.

Il progetto, che la Biblioteca Alessandrina ha fortemente voluto e portato avanti individuando e assicurandosi canali di finanziamento al di là della programmazione ordinaria, che, in questi ultimi anni, risente pesantemente delle continue contrazioni di budget, rivela il suo interesse anche come possibile campo di applicazione di strategie e strumenti intorno ai quali è assai vivo il dibattito nella comunità professionale per una gestione efficace delle risorse.

Si tratta di un progetto che ha puntato su un insieme integrato di attività di tutela e  valorizzazione che vogliono evitare quelle semplificazioni e spettacolarizzazioni della cultura, che spesso sono diretta conseguenza di un’impropria applicazione alla cultura di metodi, tecniche, filosofie del marketing che Michele Rosco definisce come “l’arte dell’attrazione del nostro mondo post-moderno”. La sfida è allora quella di non svendere il nostro prodotto, di non distorcere il messaggio, senza rinunciare a renderlo, comunque, attrattivo.

La Libraria di Francesco Maria II della Rovere  ha, infatti, proposto un contenuto culturale di particolare rilevanza storica e bibliografica, in cui si conferma la centralità e specificità della biblioteca, ma non la sua vocazione all’autoreferenzialità. Il progetto ha puntato a costruire una rete nel medio e lungo periodo, per realizzare alleanze anche con musei e archivi in attuazione di quella strategia di cross domain che ha un ruolo centrale nelle politiche ministeriali e per sottolineare che la cultura, in quanto insieme di valori condivisi, definisce e distingue un territorio e, nello stesso tempo, è elemento di attrazione di visitatori, di clienti/utenti, di cittadini.