Dall'istituzione alla seconda guerra mondiale

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Nel periodo susseguente la conclusione della prima guerra mondiale si costituisce a Trento una “Sezione lavori pubblici del governatorato militare” nonché sono riattivati gli uffici edili periferici. Quindi, in seguito all’istituzione della Prefettura, si ha, dal 1° novembre 1922, un Ufficio lavori pubblici della Prefettura.

Il r.d. 12 dicembre 1923, n. 2846, dispone l’allogazione dell’ufficio del Genio civile presso la sede, già del Capitanato distrettuale di Trento, sita in piazza Alessandro Vittoria, n. 5. Ingegnere capo dell’ufficio è nominato Tullio Osenga. Promosso ispettore superiore, è destinato al primo circolo di ispezione del Genio civile, con sede a Torino, dal 1° ottobre 1924. Gli succede Giovanni Peco, destinato all’ufficio di Trento dal 16 novembre 1924, traslocato, a decorrere dal 6 agosto 1925, presso l’ufficio del Genio civile di Novara. A questi, subentra, dal 6 agosto 1925, Filippo Madonini. Nel 1927, Madonini è sostituito da Edoardo Maioli, proveniente dall’ufficio del Genio civile di Udine, inviato in temporanea missione a Trento dal 1° giugno 1927 ovvero trasferito a decorrere dal 1° ottobre. Maioli rimane in carica sino al 1934 quindi la posizione è ricoperta alternativamente da diversi funzionari, tra cui Carlo Cuniberti. A decorrere dal 15 luglio 1938, fino al 16 maggio 1941, l’ingegnere capo è Aldo Farina, trasferito dal Genio civile di Potenza.

Il Genio civile – parte del cosiddetto Corpo del Genio civile – è, in un primo tempo, un ufficio statale periferico del ministero dei Lavori pubblici (1862-2011). Esso svolge una attività tecnico-esecutiva, e quella amministrativa contabile ad essa connessa, nei settori compresi nelle attribuzioni del ministero dei Lavori pubblici. Prevalentemente, cura la progettazione e esercita la direzione e l’alta sorveglianza, nonché la contabilizzazione, dei lavori dello Stato ovvero eseguiti con il suo contributo o concorso. L’organizzazione dell’ufficio – per il periodo considerato – è fissata dal r.d. 3 settembre 1906, n. 522, che disciplina l’apparato tecnico esecutivo del ministero dei Lavori pubblici, modificato tramite l. 13 luglio 1911, n. 774 (testo unico delle leggi sull’ordinamento del Corpo del Genio civile), r.d. 2 marzo 1931 n. 287 (regolamento del servizio del Genio civile), r.d. 5 settembre 1942, n. 1467 (regolamento per i servizi contabili degli uffici del Genio civile). Gli uffici del Genio civile si distinguono in ordinari a servizio generale e in uffici speciali cioè eccezionalmente istituiti qualora occorra sottrarre specifici servizi alla competenza degli uffici ordinari. Il regolamento (r.d. 2 marzo 1931 n. 287) definisce ed elenca i rami di servizio da affidare alle singole sezioni: 1°, servizio generale; 2°, derivazioni d’acqua e linee elettriche, ecc.; 3°, opere idrauliche; 4°, bonifiche; 5°, opere stradali; 6°, opere marittime; 7°, opere edilizie; 8°, opere e servizi speciali dipendenti da pubbliche calamità. Tale ripartizione è altresì variabile per espressa disposizione del regolamento. Pertanto può essere disposta in base alle esigenze locali su proposta del capo ufficio con provvedimento del ministro dei Lavori pubblici. Un determinato ramo di servizio potrà essere diviso in più sezioni e alcuni rami potranno essere riuniti nella medesima sezione. Qualora lo richiedano, talune sezioni possono essere distaccate in sedi diverse da quelle dell’ufficio. Conseguentemente, la fisionomia di ogni ufficio del Genio civile e del relativo archivio sarà sì caratterizzata da rilevanti similitudini strutturali e organizzative ma si riconosceranno necessarie difformità conseguenti alla dislocazione dell’ufficio presso una determinata circoscrizione avente esigenze e singolarità del tutto particolari. Pertanto, la ricostruzione storica dell’effettiva organizzazione di un ufficio del Genio civile, qual è quello di Trento, non può limitarsi all’indagine delle fonti giuridiche bensì occorre sia sostanziata dallo studio del fondo archivistico dell’ente e del suo ordinamento. Ogni ufficio del Genio civile esplica la propria attività nell’ambito della circoscrizione territoriale assegnatagli che, solitamente, coincide con quella della provincia nel cui capoluogo ha sede ovvero, Trento in questo caso.