Sora, vecchio Ospedale, Teatro comunale (progetto non realizzato)

fondazione
1885

breve storia

Nel 1885 il Comune di Sora affronta un intenso iter burocratico, per la realizzazione di un Teatro comunale nei locali del vecchio ospedale (probabilmente distrutto dal terremoto del 1915).
L’ideazione e progettazione del Teatro comunale da parte dell’ingegner Vincenzo Valente, padre del più famoso Antonio, viene preceduta da almeno un ventennio di dibattito, il cui punto di partenza può essere considerata una lettera – datata 2 settembre 1865 – con la quale l’allora sindaco Giacomo Tronconi risponde alle richieste di informazioni della Prefettura, che in città, ad eccezione del piccolo Teatro privato "del Liri", non esistono sale idonee per lo svolgimento di opere drammatiche. Nel ventennio successivo l'amministrazione comunale non interviene, tanto che le richieste che pervengono dalle Compagnie sono sistematicamente respinte.
Nel 1882 l'ingegner Vincenzo Valente presenta al Comune una relazione preliminare su un progetto di “Teatro con Casino”, cui nel 1885 fa seguito un'altra relazione particolareggiata.
Il progettista apre la sua relazione, sottolineando l’importanza e l’utilità di un Teatro per il decoro di una città, tanto che "... la Giurisprudenza non ha esitato a sanzionare il principio che tali opere sien dichiarate di pubblica utilità, da potersi compiere anche con l’occupazione della proprietà privata, cessando il dritto individuale ove incomincia l’interesse della società".
La città di Sora perviene così alla determinazione di fornire ai cittadini, insieme agli altri mezzi di istruzione, anche quello più pratico e conveniente del Teatro. La località prescelta è un vecchio fabbricato, adibito in altri tempi a pubblico ospedale, ma oramai inutilizzato. Lo stabile è di proprietà enfiteutica dell’Amministrazione comunale, che paga 200 lire annue alla Congregazione di Carità, e si trova "... all’esterno della strada Volsci, prospiciente alla piazza Indipendenza, ed isolato a due lati dai vicoli Annonj e Renzi che lo fiancheggiano".
A ridosso del fabbricato c’i sono alcuni vani che fanno corpo col fabbricato stesso, ma sono di proprieti Gaetano Renzi, e che, secondo l’ingegnere Valenti "... fa d’uopo espropriare unitamente al piccolo cortiletto dello stesso".
L’intero fabbricato, secondo il progetto, deve essere diviso in due parti, delle quali l’anteriore per uso di Casino e sala di aspetto e di concerto e altri usi relativi; la parte posteriore per il Teatro. Continua la relazione: "Si sono progettati, oltre la platea, due ordini di palchi, più un loggione per le classi meno agiate … Il teatro ha una capacità di 380 spettatori circa".
La somma dei lavori da appaltare, derivante dal computo metrico e dalla stima che Valente diligentemente allega al progetto, è di 15400 lire, alla quale bisogna aggiungere i costi per l’esproprio, giungendo così ad un totale di circa 22.000 lire, ovvero circa 150.000 € di oggi.
Sui tempi di cantiere l’ingegnere scrive: "L’opera suddetta dovrà compiersi nel termine di mesi dieci dal giorno dell’aggiudicazione del relativo appalto, giusta il Capitolato d’appalto allegato al progetto".
Il progetto è approvato il 2 febbraio 1885 con delibera consiliare, a cui fa seguito la dichiarazione di pubblica utilità dei fabbricati adiacenti da parte della Giunta comunale, ma i proprietari confinanti si oppongono, proponendo un reclamo avverso la dichiarazione di pubblica utilità.
I reclami sono rigettati con deliberazione del Consiglio comunale del 17 agosto 1886. Inoltre, il 25 novembre 1886, il Consiglio autorizza la Giunta a proporre un ricorso al re, contro le decisioni ministeriali e per insistere per la regolarità della dichiarazione di pubblica utilità.
La conclusione del ricorso non è nota, però si può supporre che le doglianze dei confinanti siano state accolte, perché ancora nel corso del 1886 le Compagnie di giro presentano richiesat per agire nel Teatro del Liri.

sitografia

http://www.diocesisora.it/pdigitale/teatro-nel-sorano-nellottocento/