"...lo studio delle arti liberali non è affatto disdicevole al sesso femminile", Milano 1727

A cura di Roberta Cotticelli e Fabio Muggia

In occasione dell’evento #STEMintheCity, organizzato dal Comune di Milano per diffondere tra le giovani donne la cultura delle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), l’Archivio di Stato di Milano ha deciso di organizzare la mostra documentaria "...lo studio delle arti liberali non è affatto disdicevole al sesso femminile", Milano 1727.

Per la natura stessa del ricchissimo patrimonio conservato presso l’Archivio, dall’inestimabile valore di testimonianza storica, abbiamo scelto di fare un piccolo passo indietro rispetto al tema centrale di #STEMintheCity.
Andando a scavare nei nostri depositi, siamo risaliti a un tempo passato in cui la definizione delle scienze e delle discipline STEM non era ancora definita come lo è oggi: i più antichi documenti che abbiamo messo in mostra risalgono, per esempio, al Settecento, un momento di grande fermento culturale in cui, tuttavia, quelle che oggi sono le “scienze dure” erano ancora profondamente intrecciate con le diverse ramificazioni del sapere umanistico, come la filosofia, la teologia o la giurisprudenza.
Le storie che cerchiamo di raccontare in questa mostra riguardano sia donne che si sono distinte per aver contribuito allo sviluppo delle scienze STEM, sia donne che, avendo raggiunto un grado di istruzione superiore in periodi in cui era loro sostanzialmente precluso, hanno tracciato la strada per quella che è, oggi, la completa emancipazione femminile in campo accademico e scientifico.

"...lo studio delle arti liberali non è affatto disdicevole al sesso femminile", Milano 1727

 

La mostra si intitola, con una citazione, "...lo studio delle arti liberali non è affatto disdicevole al sesso femminile", Milano 1727, parole che abbiamo preso in prestito da Maria Gaetana Agnesi, a cui tutto l’evento è dedicato. Nel 1727, all’età di soli nove anni, Maria Gaetana traduce in latino l’Orazione nella quale si dimostra che lo studio delle arti liberali non è affatto disdicevole al sesso femminile. Proprio questo complesso di “arti liberali”, che riprende un antico concetto medievale, riunisce sia le discipline umanistiche del Trivio (grammatica, retorica e dialettica), sia le discipline scientifiche del Quadrivio (aritmetica, geometria, musica e astronomia).
A partire da queste parole, la mostra "...lo studio delle arti liberali non è affatto disdicevole al sesso femminile", Milano 1727 si concentra su questi due punti fondamentali: da un lato la storia dell’emancipazione femminile e della possibilità delle donne di accedere agli studi, e, dall’altro, la storia dell’evoluzione e definizione delle discipline STEM.

Durante questo viaggio tra le carte dell’Archivio di Stato di Milano, incontriamo, naturalmente per prima, Maria Gaetana Agnesi, che, dopo gli studi di filosofia, matematica e fisica, è impegnata presso il Luogo Pio Trivulzio di Milano a dare consigli per la salute delle ammalate, senza aver timore di denunciare la scarsa perizia persino di alcuni colleghi medici uomini.

Sempre nel Settecento, la quasi coetanea Laura Bassi diventava a Bologna, nel 1732, la seconda donna laureata in Italia e la prima a insegnare all’Università, il tutto nel campo della Filosofia Naturale: quella disciplina scientifica che oggi chiamiamo Fisica.
Anche Maria Pellegrina Amoretti ottiene la laurea nel 1777, quarta donna in Italia: si laurea in Legge all’Università di Pavia, dove le facoltà sono Legge, Teologia, Medicina e Chirurgia, con gli omaggi delle maggiori autorità della Lombardia austriaca.

Passando al XIX secolo, facciamo la conoscenza di Maria dalle Donne, che, pur vantando molti meriti, tra cui una “laurea dottorale”, studi in “belle lettere”, filosofia, ma anche medicina e chirurgia, non riesce a ottenere alcun incarico presso l’Università di Bologna.

La successiva protagonista è una certa Rosa Rovelli, un’anziana signora della Milano napoleonica che di mestiere fa la “restauratrice e imprimitrice di tele da pittori”; probabilmente, fu una dei pionieri della moderna disciplina del restauro, che oggi si basa molto anche su conquiste della chimica, della fisica e della biologia.
In quegli stessi anni una donna ben più nota conduce la propria battaglia per l’emancipazione e il riconoscimento dei propri meriti: è Maddalena Canedi Noè, un’altra studiosa di giurisprudenza a Bologna, che si rivolge alle più alte sfere del governo napoleonico affinché le sia concesso di conseguire la laurea in Legge.

Il successivo capitolo della nostra storia è dedicato alle Levatrici dell’istituto Santa Corona di Milano nell’ultimo quarto dell’Ottocento: scopriamo così i loro obblighi e le regole, i concorsi pubblici, i compensi per il loro faticoso lavoro e gli strumenti medici che utilizzavano in un’epoca senza pronto soccorso e sale parto.

La mostra si conclude con un personaggio che ci avvicina alla professione degli archivisti, sia donne che uomini, che custodiscono il patrimonio di questo Archivio di Stato: Ersilia Caetani Lovatelli, studiosa di età classica e antichità romane che, quasi alla soglia del XX secolo, propone un nuovo archivista per l’Archivio del Senato a Roma.

Speriamo di poter fornire una nuova chiave di lettura per #STEMintheCity: non focalizzandosi su un presente ormai ben definito, fatto di “scienze dure” e scienziate, ma gettando luce all’indietro, sui processi che hanno portato alla piena consapevolezza del ruolo delle donne nel campo scientifico.