Già nella sua etimologia la parola fiera richiama l’associazione diretta con il giorno di festa, in quanto, normalmente, questo particolare tipo di mercato trova il suo svolgimento ideale durante le festività o le ricorrenze religiose, “quando il villico è attratto verso la città e quando c’è la sospensione dai pubblici negozi”. Oggi, come nel tempo, la parola viene utilizzata per indicare un raduno periodico di compratori e venditori finalizzato al commercio di beni di vario tipo, il quale può anche svolgersi, o meno, durante una particolare festività di una data collettività cittadina, acquistando una risonanza geografica più o meno lontana nel territorio. Adottando un’ottica diacronica secondo la quale sono eventi fondamentali delle nascenti potenze comunali medioevali, le fiere che si svolgevano durante le festività religiose, attiravano una gran folla non solo di venditori, con presenze anche internazionali, ma anche di pellegrini, i quali aumentavano il volume degli affari.

Non è un caso che ancora oggi in molte città italiane si svolgano fiere patronali o in concomitanza delle principali festività religiose: un segno di permanenza temporale che può essere riscontrato anche nella Marca Anconetana, con la fiera di San Ciriaco per Ancona o la fiera di San Floriano a Jesi.

Nella società medioevale la fiera si configurava come un evento spontaneo ed eccezionale, a periodicità stagionale, annuale, biennale, oltreché una manifestazione stabile nella calendarizzazione comunale, la cui durata variava in base agli ordinamenti comunali, che ne pattuivano una precisa e definita gestione.

In molti ordinamenti e statuti comunali le fiere vengono anche chiamate nundine, feria, mercatum, forum e paniere, distinguendosi dai mercati settimanali principalmente per la cadenza programmata nell’anno e la durata prestabilita (nundine, 9 giorni, ma potevano durare anche tra i 15 e 30 giorni), e non per gli spazi o i tipi di merci che vengono commercializzate.  Inoltre le fiere sono eventi accuratamente pianificati e gestiti dalle autorità civili, tanto da istituire il ‘consolato di fiera’, come avveniva a Senigallia; anche l’organizzazione e la sorveglianza delle stesse arriva a livelli estremamente elevati tanto da portare alla designazione di luoghi specifici per l’alloggio della fiera: a tal fine a Senigallia, nel 1700 per volontà pontificia, vennero edificati parte dei Portici Ercolani. 

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