Fabriano

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Fabriano lega la sua vicenda storica, ed in parte lo sviluppo urbano, alla fiorente vita produttiva di epoca comunale, principalmente associata ad una potente attività manifatturiera che riesce ad affermarsi e rappresentarsi nel potere comunale mediante una classe borghese dirigente. Non a caso lo stemma comunale presenta un fabbro che lavora il ferro in una fucina, segno di una vivace operatività e produttività condensata nel governo comunale dalle principali rappresentanze di arti e mestieri cittadini (le corporazioni o arti), sopra un ponte ad arcate entro le quali scorre abbondante l’acqua, rappresentazione delle forza motrice delle manifatture urbane  fornita dall’acqua dal fiume Giano. La fioritura economica, sociale ed urbanistica di epoca comunale di Fabriano si lega inevitabilmente anche all’arte cartaria e alla produzione ‘perfezionata’ della carta bambacina con la filigranatura già a partire dal XIII sec.: non solo maestri cartai fabrianesi sono conosciuti nei banchi internazionali per la specializzazione del prodotto[1], ma le carte di Fabriano sono apprezzate nel commercio internazionale a partire dal XIV sec per il formato e la qualità[2], come testimonia il Pegolotti, direttore della succursale londinese del Banco dei Bardi, agente commerciale e finanziario, che le annovera nel suo libro La pratica della mercatura[3]


[1] E. Saracco Previdi, I luoghi della "mercatura" nella Marca anconetana dei secoli XIII - XVI: dai mercati alle logge dei mercanti, in E. Avagnina (a cura di), Per Franco Barbieri, Venezia 2004, p. 386.
[2] E. Di Stefano, Fra l'Adriatico e l'Europa : uomini e merci nella Marca del 14. secolo, EUM, Macerata 2009, pp. 64-64.
[3] A. Evans, Francesco Balducci Pegolotti, La Pratica della Mercatura, Medieval Academy Books, 24, 1936: http://www.medievalacademy.org/resource/resmgr/maa_books_online/evans_0024.htm