Verso la vittoria e la pace

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Nel 1917, con l’ingresso nel conflitto degli Stati Uniti a fianco della Triplice Intesa e il ritiro della Russia, dove lo Zar ha abdicato, preparando la strada alla rivoluzione, gli equilibri della guerra mutano radicalmente.

Sul fronte italo-austriaco, tuttavia, la disfatta di Caporetto del 24 ottobre provoca gravi ripercussioni anche sulla vita economica e sociale del Paese.

Il 1918 è l’anno decisivo del conflitto, e ne segna anche la conclusione. L’esercito italiano, guidato dal generale, Capo di Stato maggiore Armando Diaz, riesce a conquistare Trento e Trieste, stipulando un armistizio con l’Austria e giungendo finalmente alla pace. Infatti, dopo la disastrosa battaglia di Vittorio Veneto dell’ottobre-novembre 1918, l’esercito austro-ungarico si ritrova allo sbando: la sconfitta delle armate imperiali si trasforma in rotta non più arginabile, e mentre le truppe tentano di rientrare in patria, a Villa Giusti viene firmato l’armistizio che segna la conclusione del conflitto nella penisola.

Con il titolo “L’Austria ha capitolato”, il 5 novembre, il Corriere della Sera pubblica il “Bollettino della Vittoria” firmato il giorno precedente dal generale Diaz.

La Germania, l’ultima ad arrendersi,  firma infine, l’11 novembre, l'armistizio, ponendo così fine alla Grande Guerra. La successiva conferenza di pace di Parigi, apertasi il 18 gennaio 1919 e terminata, con alcuni intervalli, il 21 gennaio 1920, delineerà una nuova situazione geopolitica non solo  in Europa, ma anche nel resto del mondo.

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